Minuta, soave, delicata, la violetta è tra i primi fiori ad annunciare che la Primavera è ormai giunta. Originaria dell’Europa e di parte dell’Asia, questo piccolo fiore colorato cresce spontaneo nei giardini di tutto il mondo. Un fiore la cui storia è intrisa di infiniti miti e leggende. In Aromaterapia ne ricaviamo un’assoluta preziosa e ricercata che racchiude la promessa di un incantevole viaggio olfattivo lungo note verdi e floreali, a tratti terrose, quasi muschiate.
Oggi sappiamo che a impartire il tipico profumo di violetta al fiore e all’assoluta sono molecole aromatiche note come 𝗶𝗼𝗻𝗼𝗻𝗶 (“𝗶𝗼𝗻” dal greco “𝘃𝗶𝗼𝗹𝗮”). In particolare una combinazione ben precisa di due dei tre isomeri conosciuti di iononi, β 𝗲 γ-𝗶𝗼𝗻𝗼𝗻𝗲. A loro dobbiamo gran parte dell’incantevole viaggio olfattivo legato alla viola.
Il Mito di Zeus e della sua Amante Trasformata in Giovenca
Nell’antica Grecia la violetta era considerata il fiore di Zeus, il re degli Dei, il quale innamorato di Io comandò alla terra di creare il più bello tra i fiori. Ed eccola la Viola. Temendo la gelosia e le ire di Era, Zeus colto in flagrante trasformerà la sua amante in una giovenca bianca, di cui Era rivendica la proprietà.
“Lega segretamente questa vacca a un albero di olivo” ordinerà Era ad Argo, furiosa di gelosia.
Zeus che non poteva sopportare questa doppia prigionia dell’amata, intrappolata dapprima nel corpo di una giovenca e poi tenuta prigioniera da Argo feroce guardiano, ordinerà ad Ermes, messaggero degli dei, di liberare la giovenca. Ermes dapprima stordisce con un colpo alla testa Argo e poi con una spada a forma di falce gli taglierà la testa, liberando la giovenca.
In preda alla furia Era invia quindi un tafano a pungere la giovenca. Ha inizio così l’interminabile fuga, in lungo e in largo, via terra e via mare, di Io. Ancor oggi il tratto di mare percorso dalla giovenca a nuoto porta il suo nome, lo stretto del Bosforo (etimologicamente “passaggio della giovenca”). Giunta in Egitto riacquista finalmente fattezze umane ritrasformata da Zeus. L’ira di Era finalmente è placata.
Caporale Violetta e la Viola dei Bonaparte
Anche la storia francese ci narra di lei. Si racconta infatti che la violetta fosse il fiore prediletto da Napoleone tanto da essere soprannominato “Caporale Violetta”. Ne fece dono persino alla sua amante alla quale nel lontano 1807 scriveva:
“Maria, mia dolce, accetta questo mazzolino di violette che possa diventare un misterioso legame fra noi, un vincolo segreto in mezzo alla folla che ci circonda. Amami, mia dolce Maria, e che la tua mano non si stacchi mai da queste violette.”
Una passione che trasmise anche alla sua seconda moglie, la duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, Maria Luisa d’Austria, la quale amava talmente tanto la violetta che ne ordinò coltivazioni in quel di Parma:
“Vi prego di farmi tenere qualche pianta di Violetta di Parma con la istruzione scritta per piantarle e farle fiorire; io spero che esse germoglieranno bene”.
Non ancora soddisfatta ordinerà ai frati di estrarre il profumo delle violette e di ricrearlo per lei. Una ricetta che resterà segreta fino al 1870, anno in cui Ludovico Borsari riuscì ad impossessarsene per riprodurla al pubblico. L’apprezzamento fu immediato e vastissimo.
Una combinazione chimica ben definita quella che conferisce alla Viola il suo tipico profumo
L’assoluta che dalla violetta ricaviamo è un’essenza a un primo impatto olfattivo meno floreale di quel che potremo pensare. Verde, terrosa, solo in un secondo momento a coloro che avranno pazienza di aspettare a giudicarla svela il suo lato più floreale e muschiato.
La complessità degli assoluti e degli oli essenziali è tale che molto spesso la prima impressione non è ciò che conta! Non può essere ciò che conta. Limitarsi a giudicarli solo ad una prima olfazione vorrebbe dire limitarsi ad ascoltarne probabilmente solo una parte della loro poesia olfattiva. Un’alchimia aromatica complessa, attribuibile a centinaia di molecole aromatiche distinte che li compongono.
Nel linguaggio dei Fiori la Violetta racconta all’amata: “Penso sempre a Te, tu pensa a me”
Emblema di modestia, innocenza, candore, le violette sono da sempre associate ad un concetto di particolare delicatezza e sensibilità. Sinonimo di amore tenero e sensibile, raccontano all’amata / amato: “Penso sempre a Te, Tu pensa a Me!”. In una sol parola, una viola incanta l’amata affermando: “Pensami”.